Il nostro cervello è una macchina perfetta, ma bisogna saperla guidare…
Ti sarà sicuramente capitato di dover organizzare una riunione importante, in cui dovevi presentare delle proposte o i risultati di un tuo lavoro, ma non sapevi da dove cominciare?
Ti sarai trovato di fronte ad un selezionatore, ad un colloquio di lavoro, ed alla domanda “mi parli un po’ di lei” avresti voluto dire tante di quelle cose, ed alla fine sei riuscito solo ad elencare in modo “impersonale” le tue esperienze di studio e o lavorative?
Ti sarai trovato di fronte un potenziale cliente con l’intenzione di presentare al meglio i tuoi prodotti, ed alla fine ti sei accorto di essere riuscito solo a confondere il tuo interlocutore portandolo a trovare vie di fuga accampando le obiezioni più false e strampalate?
Ti sarà capitato di dover organizzare una sessione formativa in aula ed avere la difficoltà di impostare una scaletta convincente?
Infine, ti sarà capitato di partecipare ad importanti riunioni, in cui era fondamentale memorizzare il massimo delle informazioni possibili, ma con la necessità di prendere appunti ti sei perso gran parte dei contenuti?
Bene, io posso dire di aver vissuto tutte queste situazioni, e tante altre direi, il cui risultato finale, assolutamente insoddisfacente, mi ha portato a ricercare e sperimentare soluzioni efficaci per superare questi ostacoli che, sentivo, stavano pesantemente minando la mia autostima.
Circa un paio di anni fa, frequentando un seminario della Max Formisano Training (di cui sicuramente ti parlerò nei prossimi post), ho visto per la prima volta applicare la metodologia delle “Mappe Mentali”, in realtà ne avevo già sentito parlare, ma la cosa non aveva attirato la mia attenzione, questa volta invece, grazie alla bravura del trainer, si è letteralmente spalancato un mondo davanti ai miei occhi.
Ma cos’è una Mappa Mentale? Per una prima definizione teorica, prendo in prestito il primo paragrafo riportato sulla pagina di wikipedia dedicata all’argomento:
“Una mappa mentale è una forma di rappresentazione grafica del pensiero teorizzata dal cognitivista inglese Tony Buzan, a partire da alcune riflessioni sulle tecniche per prendere appunti.”
Eccone subito un esempio, sempre tratto da Wikipedia, relativa al concetto di “Solidarietà” (puoi cliccare sull’immagine per ingrandirla).
Vista così probabilmente non ti dirà nulla, come non disse nulla a me quando la vidi la prima volta, infatti, come ti dicevo, quando ne sentii parlare non destò la mia attenzione, e successivamente capii anche il perché, o quanto meno sono riuscito a darmene una personalissima giustificazione.
Le mappe mentali sono uno strumento potentissimo che aiutano a fissare su carta tutti i pensieri ed i concetti che compongono una nostra personalissima visione della realtà, o almeno della realtà per come la percepiamo, fissandola in forma schematicamente creativa. Tracciando la nostra mappa, riusciamo a dare ordine ai nostri concetti ottenendo un duplice importantissimo risultato:
- La consapevolezza dei contenuti della nostra percezione;
- La memorizzazione e la disposizione logica degli stessi nel nostro cervello;
Questo ci consente di mettere ordine alle innumerevoli informazioni che riusciamo ad elaborare nelle più disparate situazioni, e nello stesso tempo di memorizzarle in specifici cassetti che saremo in grado di aprire al momento giusto.
Ma perché sono veramente efficaci? Perché si basano sulla capacità della mente di associare informazioni e concetti in modo non lineare, sfruttando lo stimolo contemporaneo dei due lobi celebrali, quello sinistro che si occupa dell’elaborazione delle informazioni in modo analitico e razionale e quello destro che invece viene stimolato dalle attività creative, intuitive ed assolutamente non lineari.
Per capirci è come ragionare da ingegnere ed architetto contemporaneamente, il primo legato alla rigidità e linearità dei calcoli, il secondo all’estro ed alla creatività (… e lo dico da ingegnere ;) ).
Spesso tendiamo a sopravvalutare la capacità di memorizzazione della nostra mente, poi se sei come me, un eterno smemorato, capire come sfruttare al meglio i nostri neuroni affinchè ci aiutino a catturare e riproporre a tempo debito tutte le informazioni più importanti, diventa un must!
Ora ti spiegherò perché vedendo la mappa mentale che ti ho riportato in alto, probabilmente, come me la prima volta, la troverai confusionaria, e poco utile…. semplice, perché non l’hai disegnata tu! E poi perché probabilmente non conosci le regole per poterla leggere e trarne tutti i potenziali vantaggi.
In ogni caso, una volta studiate le basi per realizzare delle mappe efficaci, che ti consentiranno quindi di comprendere anche le mappe realizzate da altri, dovrai sempre mettere in conto di compiere uno sforzo in più rispetto a quelle tracciate di nostro pugno, perché nelle nostre riversiamo tutta la nostra “vision”, ed in quanto nostra non dobbiamo interpretarla, si spiega da se; quando invece ci cimentiamo a “leggere” una mappa fatta da altri, se nessuno ce la spiega, se non ci conduce per mano nella sua “vision”, la missione diventa un po’ più ardua.
Questa tecnica infatti la vedo molto utile se sfruttata principalmente nel campo della sfera personale, per stimolare la creatività, per fissare e rielaborare le nostre idee.
Anche nel lavoro di gruppo possono dare un enorme contributo, infatti possono essere sfruttate per mettere a fattor comune le idee dei singoli, e nella visione di insieme consentono una immediata valutazione facilitando il confronto e consentendo una più rapida evoluzione dall’elaborazione delle ipotesi all’azione.
La mia personalissima convinzione sull’argomento è che le mappe mentali sono degli strumenti potentissimi soprattutto per uso personale, lo spaccio è quindi sconsigliato ;-), a meno ché non si abbia la possibilità di illustrarla e spiegarla, a quel punto, se si è stati bravi a trasferire tutti i concetti riassunti sulla mappa, allora sì, potrebbe diventare uno strumento paragonabile al fissatore che si passa su una parete prima di verniciarla, le informazioni resteranno aggrappate nella nostra mente con molta più forza.
Io oramai non posso fare a meno di tracciare i miei “scarabocchi creativi” quando devo fissare un’idea che mi frulla nel cervello e che sembra sfuggente finchè non la catturo in una mappa.
Mi danno sicurezza prima di affrontare, ad esempio, una sessione di formazione in aula, oppure prima di cimentarmi in una consulenza.
E’ sicuramente utopistico pensare di avere sempre tutto sotto controllo, ma con un attento lavoro di preparazione, sfruttando anche lo strumento delle mappe mentali, di sicuro riuscirai a focalizzare meglio i tuoi obiettivi e sarai pronto ad affrontare tutte le sfide, lavorative e non, che la vita deciderà di proporti.
Ora, perché tutto questo mio bel discorso abbia un senso, ti consiglio di approfondire l’argomento leggendo direttamente un libro scritto proprio da chi le mappe le ha teorizzate, ovvero Tony Buzan, intitolato “Mappe Mentali per il Mondo del Lavoro”.
Una volta che avrai scaricato gratuitamente e valutato la bontà e la qualità di questo libro, se vuoi potrai acquistarlo sul sito "IlGiardinoDeiLibri.it", tornando su questa pagina e cliccando sul seguente pulsante: